Dal 7 all'11 agosto a Reggio Emilia si è svolto il 26° Campionato italiano di volo in mongolfiera. La massima competizione nazionale di aerostatica è tornata, dunque, nell'area che la tenne a battesimo nell'ormai lontano 1988 e che nel corso degli anni l'ha ospitata per dodici volte, un primato grazie al quale il Reggiano contende a Mondovì il titolo di capoluogo italiano dell'aerostatica. L'organizzazione di questa tredicesima edizione è stata curata dall'Aeroclub Terre Matildiche che nel 2010 ha organizzato il campionato a Mantova: anche in questa occasione la direzione dell'evento è stata affidata a Paolo Barbieri, pilota e istruttore che vinse il primo campionato nazionale disputato nel 1988 a Scandiano, non molto lontano dalla sede di quest'anno. A dirigere la gara c'era Hans Huber, pilota tedesco che ha già diretto altre edizioni del campionato nella stessa zona e conosce quindi molto bene sia l'area di gara, sia lo spirito dell'aerostatica di casa nostra.
Quest'anno erano nove i piloti iscritti alla competizione: non molti, ma comunque nella media delle precedenti edizioni. Tra di essi c'erano alcuni dei migliori rappresentanti nazionali della specialità che si sono presentati al via ben intenzionati a darsi battaglia. Basti dire che cinque di loro hanno vinto in passato almeno un titolo nazionale, il che alla vigilia assicurava una competizione ad alto tasso di agonismo. La classifica finale ha solo in parte rispettato il nostro pronostico con la vittoria un po' a sorpresa di Guido Montemurro, che si è laureato campione italiano 2013 precedendo il terzetto dei favoriti John Aimo, Mirko Marangoni e Igor Charbonnier (nell'ordine). Altra bella sorpresa il quinto posto di Marco Giomi, che al suo secondo campionato ha preceduto piloti ben più esperti come Luciano Lanzoni, che rientrava dopo un periodo di assenza a dieci anni dalla sua vittoria del 2003 a Mestrino, Roberto Botti, quest'anno un po' deludente, e Paolo Bonanno, decisamente al di sotto dei suoi standard e del suo palmares. Da segnalare infine l'esordio di Giuseppe "Wainer" Sammartini.
Per quanto riguarda l'area di gara che ha ospitato la competizione, c'è da dire che la zona del Reggiano, almeno nella sua parte pianeggiante presenta caratteristiche orografiche più uniformi rispetto ad altre aree del nostro Paese, ma di contro offre un terreno ideale per effettuare gare molto tecniche e impegnative. Per gli equipaggi di terra, inoltre, è molto più facile tenere in vista i palloni e la grande quantità di strade rende più facili le operazioni di recupero. A ciò si aggiunge, e non è particolare secondario, l'accoglienza offerta dalla terra emiliana: terra di salumi, formaggi, pasta fatta in casa, buon vino e gente simpatica. Piloti, equipaggi e commissari di gara hanno avuto modo, come già in passato di rinfrancare ampiamente il corpo e lo spirito tra un volo e l'altro. Tutte queste premesse, unite al lavoro dell'organizzazione e all'impegno dei concorrenti, hanno reso possibile, nonostante i piccoli numeri, realizzare un campionato di buon livello sia dal punto di vista organizzativo che sotto il profilo agonistico.
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Reggio Emilia 2013: i palloni si preparano al decollo (Foto Hiromi Furukawa)
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