Noterella n.5 - gennaio 2006 ANNO NUOVO… FITA NUOVA! Vi domando scusa: il gioco di parole era così facile che non ho resistito, perche' davvero il 2005 ha segnato una svolta importante per la Federazione. Una svolta che significa davvero una vita nuova grazie ai riconoscimenti conseguiti risultato del grande lavoro della Presidente e dei suoi collaboratori. Proprio un anno fa (a tanto risale l'ultima noterella del vostro Osservatore… prometto che sarò meno pigro in futuro) constatavo come la Federazione avesse saputo consolidare il proprio ruolo accreditandosi a buon diritto quale rappresentante ufficiale e istituzionale del mondo dell'aerostatica italiana e in forza di questo avesse saputo affrontare con serietà ed efficacia molti problemi. E dunque, se il 2004 aveva portato a compimento la riforma dell'Aero Club d'Italia, a cui anche la FITA aveva dato il proprio contributo, il 2005 ha registrato l'inserimento dell'aerostatica tra le attività sportive aeronautiche ufficiali ed il conseguente e tanto atteso riconoscimento istituzionale che la FITA meritava e che le spettava. L'anno che ci siamo appena lasciati alle spalle, quindi, ha portato l'adozione del nuovo statuto, conforme a quanto richiesto dall'AeCI, l'elezione dei nuovi organi dirigenti accanto alla meritata riconferma di Donatella Ricci alla presidenza e l'ingresso dei rappresentanti della FITA negli organi statutari dell'AeCI in rappresentanza del mondo sportivo aerostatico. Naturalmente c'è anche molto altro ma basta questo per dire che davvero si è trattato di un'ottima annata i cui frutti non potranno che dare vita a nuovi positivi sviluppi. Last but not least, tra le belle novità del 2005 segnalerei anche l'esito del campionato italiano di volo in mongolfiera che alla sua diciottesima edizione ha visto la vittoria di un outsider di valore come Carlo Rovelli. Alla sua terza partecipazione come pilota è riuscito meritatamente a prevalere sui mostri sacri che avevano fino ad oggi dominato le competizioni di casa nostra: Carlo è infatti il primo pilota non professionista a vincere il campionato italiano. Anche questo, senza nulla togliere a tutti gli altri, è un segno di novità e rinnovamento che promette bene per il futuro. Come auspicavo un anno fa l'aerostatica italiana ha affrontato una svolta importante e lo ha fatto al meglio. Tanto c'è ancora da fare, certamente, ma per fortuna al suo vertice accanto a una (riconfermata) presidente che ha dato prova in questi anni di capacità, entusiasmo e disponibilità, c'è un gruppo che ha raccolto il testimone del Direttivo uscente e che, per la qualità delle persone, saprà certamente guidare la FITA verso altri successi. Perdonate il tono enfatico ma nel clima di auguri e speranze di inizio anno possiamo permettercelo. Come l'anno scorso, quindi, anche per il 2006 il mio augurio è che la FITA continui a cogliere risultati positivi e voli alto come merita. Per aspera... Noterella n.4 - gennaio 2005 UN AUGURIO PER IL NUOVO ANNO L'anno che ci siamo appena lasciati alle spalle non lo dimenticheremo tanto facilmente. Tante, troppe sono le brutture cui siamo stati costretti ad assistere fino all'ultimo. Io, per fortuna, ho anche qualche buon motivo per ricordarmelo e spero che sia lo stesso per tutti voi. Per l'aerostatica italiana l'anno appena trascorso, fortunatamente, mi pare sia stato importante: da quello che vedo ormai la Federazione riunisce la quasi totalità dei piloti e la grande maggioranza dei praticanti e questo ha permesso alla FITA di consolidare il proprio ruolo accreditandosi a buon diritto come rappresentante ufficiale e istituzionale del mondo del più leggero dell'aria nel nostro paese. Certo i problemi non sono mancati ma proprio il fatto che la FITA esista e sia attiva ha permesso di affrontarli con serietà ed efficacia. Il 2004 ha portato a compimento l'attesa riforma dell'Aero Club d'Italia, un rinnovamento a cui ho visto che anche la FITA ha dato il proprio contributo. Da quello che capisco il nuovo statuto dell'AeCI, se da un lato porterà finalmente a riconoscere l'aerostatica tra le attività sportive aeronautiche, dall'altro impone ora alla FITA una modifica al proprio statuto e una riorganizzazione della propria struttura non facile e anche complessa ma indispensabile per poter ottenere il riconoscimento istituzionale che merita e che le spetta. Insomma, se ho ben compreso quel che sta accadendo, l'aerostatica italiana è ad una svolta importante. Se l'aerostatica del nostro paese vuole davvero e finalmente pensarsi per quello che non è ancora riuscita ad essere e che invece all'estero è una realtà da molto tempo deve diventare adulta: solo così potrà diventare una realità sportiva (e anche imprenditoriale) ben organizzata ed efficiente: due condizioni che, io credo, porteranno ad uno sviluppo e ad un'espansione dell'attività positiva per tutti. In questo secondo me la FITA avrà un ruolo e una funzione fondamentale: molto ha già fatto, tanto dovrà ancora fare ma per fortuna al suo vertice c'è una presidente che ha dato prova in questi anni di indubbie capacità unite all'entusiasmo e a una disponibilità notevoli. Quando fra qualche mese dovrà essere rinnovato il consiglio direttivo io spero che l'assemblea dei soci chieda a Donatella Ricci di restare per un altro mandato. Da modesto Osservatore mi permetto di suggerire il famoso detto "Squadra che vince non si cambia". Ecco, se posso permettermi, il mio augurio per questo anno nuovo che inizia è che la FITA continui sulla strada che ha saputo percorrere con notevoli risultati in questi ultimi anni e voli alto come merita. Per aspera... Noterella n.3 - giugno 2004 QUALCHE PENSIERO PRIMA DELL'ESTATE Di ritorno dall'Appennino Emiliano, dove è andato a curiosare al Campionato Italiano, e in procinto di volare in Australia per andare a curiosare al Campionato Mondiale, il vostro Osservatore si consente un paio di pensieri sui difficili tempi che stiamo vivendo. Questi tempi, appunto, ogni giorno ci forniscono, grazie alla comunicazione globale, un bel carico di tragedie e violenze. Non sto a farne l'elenco, ognuno di noi ha ben stampate in testa immagini che davvero non vorremmo vedere, ma questa è la realtà, che ci piaccia o no (ovviamente non ci piace). E proprio per questo recentemente mi sono chiesto: ha senso che persone adulte, in momenti come questi, se ne vadano a svolazzare per il cielo come tanti bambinoni che giocano ancora a palla? Ho pensato un po' a questa domanda e mi sono dato una risposta (mica solo gli ospiti di Marzullo lo sanno fare). E la risposta è sì, ha un senso per qualche motivo che provo a elencare. Prima di tutto perché violenze e tragedie esistevano anche prima, purtroppo, solo che non ce ne rendevamo conto oppure non ci venivano sbattute in faccia ad ogni notiziario tv. Poi perché fare dello sport o coltivare una passione e magari divertirsi anche non esclude che ci si possa occupare attivamente del mondo che ci circonda e magari di tentare di migliorarlo un pochino. Anzi, proprio lo sport, come la cultura e il divertimento possono migliorare un pezzetto di mondo: un concetto banale, lo dicono tutti, ma è anche vero. Ci sono dei loschi figuri che vogliono costringere la gente a vivere nella paura, pretendendo di condizionare il modo di vivere e imponendo editti indiscutibili. Vogliono un mondo senza musica, senza film e senza aquiloni, in cui tutti i maschi devono avere la barba e tutte le donne devono essere rinchiuse, nelle case e negli abiti. E in cui si può leggere solo quello che loro decidono. Naturalmente non lo fanno per il bene della gente, ma solo per volontà di potere e di dominio, sulle persone e sulle cose. Bene, a me tutto questo non piace. E penso che a questi signori, che vanno in giro per il mondo ad abbattere grattacieli e a far saltare per aria treni, discoteche, moschee, sinagoghe e mercati, insieme alla gente che ci sta dentro, si possa rispondere anche continuando a vivere come vogliamo nonostante le loro minacce. Sarà retorico, ma mi piace pensare che il gioco, il divertimento e il riso siano una bella risposta ai violenti di ogni risma. Per aspera... Noterella n.2 - febbraio 2004 HO FATTO UN SOGNO Ho sognato che l'Aeroclub d'Italia ormai considerava la Federazione Italiana di Aerostatica di fatto il suo interlocutore ufficiale per il volo più leggero dell'aria e sosteneva la partecipazione dei piloti italiani alle gare internazionali. Ho sognato che anche l'ENAC aveva riconosciuto la FITA. Poi ho sognato che dei politici avevano deciso di prendere un po' a cuore i problemi di questi matti che volano attaccati a un pallone. Ho sognato che dopo un solo mese dall'inizio dell'anno la FITA aveva già tanti soci quanto l'anno passato. E che quasi tutti quelli che volano in Italia erano iscritti e che quelli che si erano iscritti l'anno prima avevano rinnovato e che alcuni che si erano allontanati erano tornati. Ho sognato che ancora prima del campionato italiano del 2003 era già sicuro quello del 2004. Ho sognato che l'aerostatica italiana era piccola ma piena di gente con voglia di fare. Ho sognato, poi mi sono svegliato e ho scoperto che quello che avevo sognato non era un sogno. Per aspera… Noterella n.1 - gennaio 2004 UN BUON VOLO DA MESTRINO A CARPINETI… AD ASTRA Il vostro Osservatore Aerostatico è tornato ed è pronto ad affrontare questo 2004 nuovo di zecca. Anno bisesto anno funesto? Ma neanche per sogno: quello che abbiamo appena inaugurato tra baci sotto il vischio e brindisi spumeggianti promette di essere, aerostaticamente parlando, una buona annata. Smaltiti gli eccessi alimentari del Capodanno e prima di partire per il raduno di Mondovì, il vostro Osservatore vorrebbe dunque augurarvi buon anno e proporvi qualche considerazione. Dopo le rinunce forzose di Giovanni Aimo per i problemi tecnico-legali di rifornimento del gas che, causa una normativa vecchia e carente, gravano su tutta l'aerostatica italiana (e solo, si noti bene, su quella italiana) e di Paolo Barbieri a causa delle nuove norme di circolazione aerea in quel di Parma, scartata l'ipotesi di una terza edizione in Umbria così come l'idea della Maremma, venuta meno anche la possibilità di una migrazione all'estero, sembrava proprio dovessimo rassegnarci a rinunciare al campionato 2003. Invece per fortuna così non è stato grazie alla disponibilità di Sergio Maron che si è preso una bella gatta da pelare e l'ha pelata per bene(*) riuscendo in poco tempo a garantire tutto il necessario compresa la sua ben nota simpatia. Solo il tempo atmosferico non è stato di parola, ma questo davvero andava al di là delle capacità dell'ottimo Sergio. Dunque non solo il campionato si è svolto regolarmente, con dodici piloti in gara, quattro palloni "fiesta", direzione di gara, observer e commissari, supporto meteo e pubblico, premi, cotillons e "night glow" finale, il tutto preso una bella struttura come l'aviosuperficie "Area 51", come potete leggere in un'altra sezione di questo sito. Infatti, non era ancora stata archiviata l'edizione 2003 del campionato che già era all'orizzonte l'edizione 2004, fissata per la fine di febbraio in quel di Carpineti (sull'Appennino emiliano) per iniziativa di Paolo Barbieri esperto pilota e organizzatore di raduni nonché primo vincitore del titolo italiano nel 1988. Troppa grazia Sant'Antonio? E' uscito pazzo 'o padrone? Il vostro Osservatore pensa più semplicemente che grazie al lavoro di alcune persone che ci credono e grazie al superamento di un vecchio modo di pensare sopravvissuto per troppo tempo nell'ambiente dell'aerostatica italiana, le cose stiano davvero cambiando. Che in altre parole vuol dire che se c'è desiderio di guardare un po' al di là del proprio naso e se c'è voglia di fare le cose si fanno e solo insuperabili cause di forza maggiore (quelle che molti stanno cercando di ridurre al minimo possibile) possono impedirlo. Questo 2004 appena iniziato si preannuncia pieno di iniziative e di interesse per il volo più leggero dell'aria. Ci sono alcuni progetti in cantiere e tante idee: si tratta solo di rimboccarsi le maniche per realizzare gli uni e concretizzare le altre. La presenza e l'iniziativa della Federazione, del suo Direttivo e della sua attivissima Presidente sono la migliore garanzia. Magari poi ci sarà chi ci spiegherà che si sarebbe potuto fare di più e di meglio (si può sempre fare di più e di meglio… dopo). Il vostro Osservatore pensa che solo chi non fa nulla non sbaglia mai. Per aspera… (*) Nessun animale è stato maltrattato per realizzare la suddetta metafora. |