21° Campionato Italiano di Volo in Mongolfiera Mondovì 2008
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Il 21° Campionato italiano di volo in mongolfiera che si è svolto dall'8 al 13 luglio 2008 ha confermato tutti i motivi di interesse e le aspettative della vigilia e si può ben dire che è stato un evento di grande rilievo per l'aerostatica italiana. Per la prima volta, il campionato è approdato a Mondovì, in una zona che, per le sue caratteristiche climatiche e orografiche, rappresenta un autentico paradiso per il "più leggero dell'aria" e che ha dato un contribuito fondamentale alla rinascita dell'aerostatica nel nostro paese con la prima mongolfiera immatricolata in Italia e la prima scuola di pilotaggio aperta presso l'Aeroclub di Cuneo-Levaldigi. La presenza di piloti come Giovanni Aimo, Paolo Bonanno, Paolo Contegiacomo (purtroppo prematuramente scomparso) e di quelli che sono cresciuti alla loro scuola, ha fatto del monregalese un grande vivaio per la creazione e la formazione di piloti. Da venti anni, inoltre, vi si svolge il raduno internazionale dell'Epifania anche se il campionato italiano non vi aveva ancora fatta tappa. L'edizione 2008 valeva anche come "test event" di specialità in vista dei World Air Games che si terranno a Torino ed in altre località del Piemonte nel giugno del 2009. Base operativa della competizione è stato il "Porto aerostatico", una struttura unica nel suo genere in Italia appositamente pensata e realizzata per ospitare manifestazioni aerostatiche, sede anche dell'Aeroclub Mongolfiere, il primo aeroclub monospecialità del nostro Paese, nato nel 2005.
Il campionato di quest'anno ha visto ai nastri di partenza ben venti piloti italiani (un record per la nostra massima competizione aerostatica) che si sono disputati il titolo nazionale e con esso il diritto a rappresentare l'Italia ai WAG e al campionato europeo che si terrà l'anno prossimo in Francia. Di questi, ben cinque - altro primato - erano debuttanti assoluti. Le gare si sono svolte da mercoledì 9 a sabato 12 luglio. Quattro giorni di competizione favoriti da condizioni meteorologiche abbastanza favorevoli (un solo volo, degli otto previsti, è stato infatti annullato). Complessivamente sono stati disputati 16 task, molto combattuti e che hanno dato luogo a diversi cambiamenti di classifica, anche se quasi dall'inizio si sono delineate le forse in campo e di conseguenza la rosa dei possibili vincitori. Nonostante questo nessuno dei piloti, né tanto meno gli esordienti, si è però dato per vinto o ha mostrato timori reverenziali. I risultati parziali testimoniano infatti una competizione in cui ogni task è stato combattuto fino alla fine.
Alla competizione, che si è svolta con formula "open", hanno preso parte anche cinque piloti provenienti da Regno Unito e Ungheria che hanno concorso per la classifica finale assoluta e hanno contribuito a movimentare l'evento, sia per quanto riguarda l'aspetto sportivo che per quello dello spettacolo. Un ulteriore motivo di interesse è stato dato dall'uso dei logger Gps che hanno permesso di assegnare ai piloti anche alcuni bersagli "virtuali", oltre a quelli individuati fisicamente sul terreno, introducendo un ulteriore motivo di interesse e ulteriori difficoltà per i concorrenti. Particolarmente spettacolare la gara svoltasi il venerdì pomeriggio in cui il target era situato in un punto 50 metri sopra la verticale della torre civica di Mondovì.
Prima del campionato avevamo tentato di individuare la rosa dei piloti dalla quale sarebbe potuto uscire il campione 2008. Quelli capaci sulla carta di fare bene erano molti. Sulla base dei risultati degli anni passati alla vigilia avevamo indicato come "pretendenti al titolo", Paolo Bonanno, Igor Charbonnier, Giovanni Aimo e Luciano Lanzoni. Possiamo dire di averci azzeccato indicando Bonanno tra i più accreditati per la vittoria. Inoltre, Charbonnier è arrivato terzo e Aimo quarto. Lanzoni, invece ha un po' deluso le nostre aspettative classificandosi settimo, un risultato non disprezzabile ma secondo noi non all'altezza delle sue capacità. Nel complesso possiamo dire di averci preso abbastanza almeno per quanto riguarda la parte alta della classifica.
D'altra parte il risultato finale se per un verso ha, almeno in certa misura, confermato le nostre previsioni, dall'altro ha dimostrato una volta di più che nelle gare di aerostatica è assai difficile fare pronostici essendo tante la variabili in gioco: l'imprevisto è sempre in agguato, l'errore banale può tradire anche il pilota esperto, così come una botta di c... pardon, un colpo di fortuna può dare una mano all'esordiente.
Paolo Bonanno si è presentato forte dei sei titoli nazionali conquistati in carriera e della presenza a tutti i campionati disputati fino ad oggi. La sua ultima vittoria risaliva al 1997 (al termine di una tripletta tutt'ora insuperata) ma negli anni successivi ha collezionato quattro secondi e due terzi posti. Pilota di esperienza e valore indiscussi, ha potuto certo contare anche sull'ottima conoscenza del terreno di gara, ma questo non sminuisce in nulla il valore della sua vittoria. Anzi dimostra semmai l'esatto contrario visto che i piloti locali erano parecchi (Aimo docet). I risultati parziali - con quattro vittorie, due secondi posti, un quarto ed un quinto sui sedici task complessivi - sono lì a dimostrare la maestria e la concentrazione con cui Bonanno ha affrontato la competizione concedendo ben poco agli avversari. Il distacco di 990 punti imposto al secondo classificato, Diego Charbonnier, dimostra che Bonanno ha fatto sul serio fin dall'inizio. Alla vigilia si schermiva giurando di essere fuori allenamento, ma visto il risultato finale e il modo con cui ha condotto la sua gara c'è da pensare che si trattasse solo di pretattica e che il suo vero obiettivo fin dall'inizio fosse la vittoria finale. Un successo coronato dalla vittoria anche nella classifica assoluta del Test Event davanti ai britannici Richard Parry e Andrew Holly. Una vittoria pienamente meritata, dunque, che conferma il pilota piemontese a pieno titolo ai vertici dell'aerostatica nazionale.
Il favorito d'obbligo della vigilia era Giovanni Aimo: padrone di casa, numero uno del ranking nazionale, presente a tutti i campionati disputati fino ad oggi, detentore di sei titoli nazionali, sedici volte sul podio nella passate venti edizioni. Nelle ultime edizioni si è aggiudicato il titolo nel 2000, 2002 e 2004, è arrivato secondo nel 2005 e 2007, quarto nel 2001, quinto nel 2006. Considerando che giocava in casa e che conosce il terreno da gara meglio di casa sua, chiunque avrebbe indicato in lui il pilota da (ab)battere. Dopo il duello all'ultimo task perso l'anno scorso a Terni con Igor Charbonnier, Aimo si è infatti presentato all'appuntamento di quest'anno più che mai intenzionato a prendersi una rivincita. Con la vittoria si sarebbe inoltre preso il record di titoli vinti (che condivideva con Paolo Bonanno) e si sarebbe aggiudicato definitivamente il Premio speciale della contessa Caproni. Così invece non è stato: partito abbastanza bene, era quarto a metà gara e pur mantendosi sempre nella parte alta della classifica ha compiuto qualche errore più degli altri. Nonostante l'impegno agonistico, forse anche a causa della fatica e dell'impegno nell'organizzazione della manifestazione, alla fine ha dovuto quindi cedere all'eterno amico-rivale Bonanno e non a uno ma a ben due Charbonnier restando giù dal podio per appena 200 punti. In considerazione di tutto nessuno ce ne vorrà se attribuiamo ad Aimo il titolo di vincitore morale di questa edizione del campionato.
Secondo classificato e rivelazione dell'edizione 2008 del campionato italiano è stato l'aostano Diego Charbonnier, fratello minore del due volte campione Igor. Figlio d'arte, pur essendo la prima volta che partecipava al campionato si è dimostrato fin dall'inizio pilota esperto e di talento: secondo, quinto, quarto nei primi task poi, dopo una leggera flessione, un'altra infilata di buoni piazzamenti tra i quali due vittorie di task e un secondo posto. Una gara tutta condotta all'attacco, senza nascondere le ambizioni di vittoria, che lo ha portato alla piazza d'onore, secondo solo a un Bonanno in ottima forma e che dimostra come il campionato italiano abbia trovato un nuovo protagonista. L'aggressività del più giovane Diego, non ha risparmiato il fratello maggiore Igor Charbonnier giunto a Mondovì ben intenzionato a cogliere la terza vittoria consecutiva, con la quale avrebbe eguagliato il record di Bonanno, si sarebbe messo al pari del padre Nello, detentore anche lui di tre titoli, portandosi definitivamente a casa il Premio Contessa Caproni. A metà gara Igor era saldamente secondo, circa 600 punti dietro Bonanno e quasi altrettanti davanti a Aimo e Oggero. Diego era sesto distaccato di ottocento punti. Il gioco di squadra dei fratelli aostani ha certo aiutato a tenere a bada vecchie volpi e giovani leoni, tutti intenzionati a vendere cara la loro pelle, ma forse Igor ha sottovalutato il fatto che Diego l'ha sfruttato anche per sé. Non solo alla fine ha messo dietro il fratello maggiore, seppure per pochi punti, ma ha anche cercato di andare a prendersi il titolo. Quella di Igor è stata comunque un'ottima gara che conferma il suo valore di pilota e le sue doti agonistiche. C'è da giurare che dopo Nello continueremo a vedere degli Charbonnier nell'Albo d'oro del campionato per molti anni a venire.
Tra i piloti che alla vigilia davamo tra i più accreditati per la vittoria finale ha invece un po' deluso Luciano Lanzoni. Arrivato a Mondovì come numero 2 del ranking nazionale e con al suo attivo la partecipazione a quasi tutte le edizioni del campionato, il titolo del 2003, tre secondi e quattro terzi posti, questa volta è stato decisamente al di sotto delle aspettative. La sua grande esperienza di volo, la cura con cui prepara ogni gara e un equipaggio di provate capacità, non sono bastati questa volta a farne un serio pretendente alla vittoria. Partito male, dopo aver infilato nei primi voli una serie di risultati deludenti, si è trovato seriamente in difficoltà nel cercare di risalire la classifica fino alle posizioni di vertice, tanto più che ai piani alti non avevano alcuna intenzione di fargli posto. Si può dire che il faentino non sia mai stato veramente in gara. Ragionamento analogo, anche se gli è andata un po' meglio, per Riccardo Data piazzatosi sesto nella graduatoria finale, cento punti sopra Lanzoni. Anche per lui qualche buon risultato parziale non è bastato per raddrizzare una gara peer certi versi sottotono, senza guizzi particolari. Il sesto ed il settimo posto di Data e Lanzoni sono risultati tutt'altro che disprezzabili, ma forse quello di Mondovì è un campionato da archiviare senza rimpianti pensando già a quello del 2009.
Tra coloro che avevamo inserito tra gli "aspiranti al podio" (cioè piloti che per capacità ed esperienza avevano le possibilità di riuscire ad "andare a medaglia") ancora più deludenti sono stati i risultati di Carlo Rovelli, Roberto Botti e Davide Morando. Rovelli, che con il titolo vinto nel 2005 a Terni era stato il primo a rompere il dominio fino ad allora incontrastato dei "professionisti", ha condotto un gara senza guizzi particolari chiudendo comunque in nona posizione. Campionato un po' da dimenticare, invece, per il maremmano Botti che nelle sue molte partecipazioni è giunto una volta terzo e si è spesso piazzato vicino o a ridosso del podio, primo tra i non professionisti. Questa volta ha evidentemente collezionato qualche disattenzione di troppo ed è raramente emerso dalla parte medio-bassa della classifica finendo in undicesima posizione. Ancora peggio Morando, terzo nel 2006 a Bibbiano, che non è riuscito a dare costanza alla sua prestazione non riuscendoo ad andare oltre la quattordicesima posizione.
Una delle rivelazioni di questa edizione del campionato è stato certamente il piemontese Paolo Oggioni, alla sua quarta partecipazione. Alla vigilia eravamo indecisi se inserirlo tra gli aspiranti al podio o considerarlo tra gli "outsider" e abbiamo infine optato per il primo gruppo. In effetti il risultato finale conferma la nostra indecisione ed il suo seguito dato che Oggioni ha migliorato rispetto ai buoni risultati dello scorso campionato. Le doti personali unite alla conoscenza del terreno lo hanno portato a chiudere in quinta posizione (come al suo esordio nel 2005 a Terni quando però i concorrenti erano solo dieci), primo tra i piloti non professionisti, ad una manciata di punti dal maestro Aimo. Insomma, la giovane promessa è diventata una realtà. Buona prestazione per Massimo Stefanini, pilota toscano che ha dato l'impressione di cominciare a fare tesoro degli errori. Nei cinque campionati precedenti aveva sempre stazionato nella parte bassa della classifica collezionando due ultimi posti, un penultimo e due ottavi (una volta su dieci e una su dodici concorrenti). In questa occasione ha sprecato molto e alla fine si è piazzato ancora ottavo (pochissimi punti dietro Lanzoni) ma su venti concorrenti e guardando, una volta tanto, un po' di gente dall'alto in basso.
Nella parte bassa della classifica troviamo infine quei piloti senza una grande esperienza di gara oppure debuttanti assoluti al campionato a cui però non mancano le doti. Concorrenti dai quali non era un azzardo attendersi qualche exploit come quello messo a segno da Giuseppe Forgione, alla sua prima partecipazione, che si è aggiudicato il task n.13, nel pomeriggio di venerdì 11 luglio, che consisteva nel passare più vicino possibile ad un bersaglio "virtuale" posto sulla verticale della torre dell'orologio di Mondovì-Piazza. Una prova resa assai difficile dalle particolari condizioni del vento che ha messo fuori gioco piloti ben più titolati ed esperti e che è valsa al vincitore la conquista del "Trofeo Mondovì Piazza". Altri buoni risultati parziali sono stati messi a segno da Piergiorgio "Boba" Bogliaccino e Gianni Curti (detto "l'architetto volante"). Particolarmente sfortunato, invece, Mauro Oggero che, pur essendo per la prima volta al campionato, è un pilota professionista con una solida esperienza di volo che giocando in casa avrebbe potuto portare una seria minaccia alle ambizioni dei più forti se non fosse stato messo fuori combattimento da un'influenza a metà gara quando era terzo in classifica.
In conclusione possiamo dire che si è trattato di un buon campionato e di un "test event" pienamente superato in vista dei WAG del 2009. Degli otto voli previsti, come detto più sopra, ne sono stati effettuati sette: solo l'ultimo volo, quello del pomeriggio di sabato 12 luglio, è stato annullato a causa del vento troppo forte. Sedici i task complessivamente disputati: quattro Fly in, tre Judge declared goal, due Hesitation waltz, due Caccia alla volpe, due 3D Shape task, un Minimum distance double drop, un Elbow. Accanto ai piloti più titolati, che non mostrano per ora segni di cedimento, esiste ormai un panorama abbastanza ampio di più o meno nuove leve in grado di contendere le posizioni di testa anche ai più esperti. Altri giovani piloti non hanno ancora l'esperienza per puntare ai vertici ma hanno messo in mostra doti che non mancheranno di tradursi in risultati positivi nei prossimi anni.
La direzione di gara - affidata all'americano David Levin coadiuvato dall'olandese Matijs De Bruijn - non ha dato prova di particolare fantasia nella scelta dei task, ma questa è una storia vecchia che sconta le differenze "culturali" tra i piloti e i direttori appartenenti a diverse "scuole di pensiero". Semmai, da segnalare negativamente la scelta di impiegare solo "measuring team" anziché gli observer come da tradizione (una scelta che la Federazione internazionale sembra fortunatamente intenzionata ad archiviare definitivamente dopo alcuni anni di sperimentazione che non ha dato i risultati sperati). Ormai decisamente insostituibile, invece, l'impiego dei Gps logger, le "scatole nere" che, oltre a fornire tutti i dati completi sul volo di ogni pallone, permettono di effettuare task con bersagli "virtuali" come il Fly In del pomeriggio di venerdì 11 e i due 3D Shape task.
E dulcis in fundo... due parole le merita senz'altro l'organizzazione del campionato, messa in piedi dall'Aeroclub Mongolfiere di Mondovì e coordinata da Giovanni Aimo, forte della ventennale esperienza organizzativa del Raduno dell'Epifania, che durante la competizione ha ceduto il timone a Maurizio Saveri che può vantare l'esperienza dell'organizzazione di quattro campionati italiani e altre manifestazioni in quel di Terni. Tutta la macchina ha lavorato duro e a dovere, senza mostrare defaillance, fornendo un'assistenza continua e sempre disponibile a tutti i partecipanti.
Mondovì ancora una volta ha accolto tutti - piloti, equipaggi, direzione di gara e giudici - dando il meglio di sé, sia dal punto di vista organizzativo sia come qualità del soggiorno: alloggio confortevole, ottimo cibo, buoni vini e simpatia.
Ora non resta che prepararsi per i WAG del prossimo anno: ci sono tutte le migliori premesse per attendersi un evento di alto livello sotto ogni profilo, tecnico, sportivo e organizzativo.
Arrivederci a giugno 2009.
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