Cronache e storie


MONDIAL AIR BALLONS - CHAMBLEY 2003
di Enrico Gamba

Enrico Gamba è un pilota di notevole esperienza da molti anni in attività. Ha partecipato e partecipa a molti raduni in Italia e all'estero. In passato ha preso parte anche ad alcune edizioni del campionato italiano di volo in mongolfiera.
In questo testo, pubblicato originariamente sul sito, non più online, della Federazione Italiana di Aerostatica (attiva dal 1997 al 2013), Gamba racconta la sua prima esperienza al raduno di Chambley, il più importante meeting europeo di mongolfiere che si tiene con cadenza biennale in Francia nella regione dell'Alsazia-Lorena.


La mia spedizione alla biennale di Chambley è stata per certi versi molto simile alla spedizione di Giulio Cesare contro le Gallie. Lui era partito con un esercito formato da molte legioni, ben addestrate ed equipaggiate. Anche io sono partito, sabato 26 luglio, con un equipaggio di ben 7 persone, cosa per altro decisamente insolita nel mio caso, visto che normalmente siamo soli la Gigia ed io. Giulio Cesare progressivamente ha perso le sue legioni, io progressivamente ho perso il mio equipaggio fino a restare, come normale, solo con la Gigia. Alcuni sono andati a Parigi, altri a fare del turismo; l'ultimo a cedere è stato il prode Antonio Biasioli che ha resistito fino alla mattina di domenica 3 agosto. Tralasciamo le perdite sul campo ed entriamo nel merito del raduno, un po' pomposamente chiamato dall'organizzazione Mondial Air Ballons.

Al nostro arrivo abbiamo trovato già il buon Piero Porati che faceva da recupero al suo equipaggio (Mario Zampini e Renzo Rebosio). Appena arrivati, sabato pomeriggio facciamo subito un volo. C'è poco vento ed il cielo è offuscato da nuvole basse. Domenica mattina voliamo nella finestra che il metereologo dice essere fra due fronti. La pioggia è infatti prevista alle 9, ma arriva con un'ora di anticipo per cui ci sorprende durante il recupero. Ci bagniamo come dei pulcini. Anche perché nel frattempo si è rotta la copertura di fibra di vetro del nostro carrello e dobbiamo fare un intervento di emergenza sotto la pioggia. Questa continua anche nel pomeriggio e rovina la festa dell'aria a cui ha partecipato anche la pattuglia acrobatica francese. Solo alle 7 questa riesce ad andare in volo ma esegue il programma di bassa quota, per altro poco spettacolare. Il nostro volo è rimandato al lunedì mattina. Da questo momento in avanti il tempo migliora decisamente e si riesce a fare praticamente due voli la giorno.

Secondo l'organizzazione ci sono 950 piloti. Secondo noi molti meno e non oltre 300 palloni. E' comunque uno spettacolo unico. Quando si decolla si è come inseguiti da questo nugolo di palloni che riempe tutto il cielo. Quando c'è il sole poi è tutto uno sfavillio di colori. Bisogna stare attenti perché ogni pallone è come circondato da altri che non sempre si muovono in modo corretto. Per bagnare il cesto nel laghetto de La Lachaussée alcuni non esitano a fare delle discese rapide, incuranti di chi sta sotto; altri salgono repentinamente, ignorando se sopra sta transitando o meno un altro pallone. Per fortuna durante tutto il meeting non succede nulla di grave se non l'incidente ad un pilota inglese che, per essere restato troppo tempo in volo, è costretto ad atterrare sulla ferrovia. Per fortuna atterra sul cavo di ritorno della corrente elettrica e non su quello di alimentazione a 25.000 volt. Comunque provoca un interruzione del traffico ferroviario per alcune ore. Grande inquadrata a tutti piloti da parte di un dirigente delle ferrovie, durante il briefing successivo.

Nel frattempo arrivano altri piloti italiani. Prima Nello Charbonnier e poi Stefano Travaglia con la Gianna. C'è un buon clima sia fra noi italiani sia con gli altri piloti che già conosciamo. A questo proposito mi sento di consigliare, come mi è accaduto questo anno, di partecipare al raduno in compagnia di Antonio Biasioli. E' uno spettacolo da vedere perché conosce tutti e tutti lo conoscono. Mi presenta molti piloti stranieri ed appassionati con cui condividiamo dei bei momenti, sia di volo, sia di recupero, sia di pausa infravoli. Martedì pomeriggio facciamo un volo meraviglioso: bassa quota per tutti, sfiorando i campi appena arati o le stoppie di grano ancora fresche di recisione. Siamo talmente densi che in certi momenti ci tocchiamo con tre o quattro palloni. Atterriamo tutti in uno spazio molto ristretto.

Cresce la familiarizzazione con i residenti che partecipano entusiasti a questa festa dell'aria. Noi, pur avendo la camera d'albergo, abitiamo presso una famiglia conosciuta due anni fa. Ogni tanto c'è qualche problema con i contadini, anche perché alcuni piloti, specie inglesi, invece che atterrare nelle enormi distese di campi di grano tagliati atterrano nei pochi campi in cui ci sono ancora delle colture. Per pacificare un contadino, restio a farci entrare nei suoi terreni, gli promettiamo un volo per due giorni dopo. In questo modo non solo si risolve una situazione difficile, ma si crea un'amicizia. Arriva anche Saveriano. Mi fa molto piacere vedere che un pilota giovane di età e di esperienza esce dai nostri confini un po' ristretti per partecipare all'evento aerostatico più importante d'Europa. E' una grossa esperienza che sprovincializza. Penso che l'esempio di Saveriano vada seguito.

Si alternano giornate con venti calmi ad altre con venti tesi. In nessuna di queste condizioni esistono però problemi per l'atterraggio perché gli spazi a disposizione sono veramente ampi. Sabato arriva Mairani per tenere una conferenza sulla storia dell'aerostatica italiana. Il tema era interessante, ma l'ora in cui era programmata del tutto inopportuna (11,30 del mattino, proprio all'ora in cui i piloti fanno il riposo infravoli). Rimango fino a domenica sera ed in tutto faccio 14 voli. E' stato anche questa volta un periodo molto piacevole non solo per l'attività di volo, ma anche perché abbiamo rivisto amici vecchi, ne abbiamo creato di nuovi, abbiamo sentito le storie delle innumerevoli avventure di Porati , abbiamo passato delle belle serate davanti a piatti gustosi e vini pregevoli. L'unica che si è un po' lamentata è la Gigia che, a causa del bel tempo e dei voli conseguenti, non ha potuto fare "del turismo". Credo che tornerò per la quarta volta.

Enrico Gamba (Chambley, 5 agosto 2003)

P.s.: L'avventura non è finita perché lunedì mattina sulla strada del ritorno, a 160 km da Lione, ci scoppia il pneumatico di destra del carrello. Tutto ciò non sarebbe nulla se non scoprissimo in quel momento che la ruota di sinistra del carrello ha il mozzo rotto. Ancora qualche centinaia di metri di strada e l'avremmo persa, con tutte le conseguenze facilmente immaginabili. Penso che il mio angelo custode abbia fatto scoppiare intenzionalmente la gomma per impedire ciò.

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