Grandi personaggi
Paolo Andreani (1763 - 1823)
Il marchese Paolo Andreani, discendente di una nobile e ricca famiglia ora estinta, è colui che ha compiuto il primo volo umano in Italia che fu anche il primo realizzato fuori dalla Francia ed il quarto in assoluto della storia.
Personaggio complesso e in parte contraddittorio, ebbe molti amori e coltivò il gusto del lusso, mentre la passione per il gioco d'azzardo per poco non mise a repentaglio le pur notevoli finanze familiari. A soli 15 anni partecipò al movimento letterario dell'Arcadia e a 19 anni scrisse al papa per ottenere il permesso di consultare testi proibiti di politica, legge, filosofia, matematica e storia. L'interesse per il volo umano e per gli studi di aerostatica si era diffuso anche Milano. Impressionato dall'impresa dei fratelli Montgolfier, Andreani decise di replicarla nel giardino della sua villa a Brugherio. Il 31 gennaio 1784 l'architetto Luigi Cagnola aveva fatto volare un aerostato con a bordo una pecora, ma meno di un mese dopo Paolo Andreani e i fratelli Gerli sarebbero stati i primi esseri umani a volare in pallone in Italia.
Il marchese Andreani aveva conosciuto i tre fratelli Carlo, Giuseppe e Agostino Gerli all'inizio del 1783, quando essi avevano fatto volare una mongolfiera di circa due metri di diametro nei pressi di Porta Venezia (l'allora Porta Orientale). Andreani commissionò a sue spese ai tre fratelli la costruzione di una mongolfiera di circa 23 metri di diametro (33 braccia milanesi), con l'involucro perfettamente sferico in tela rivestito all'interno di carta e racchiuso in una rete alla quale era appesa una navicella di vimini. Il braciere per il riscaldamento dell'aria all'interno dell'involucro utilizzava come combustibile legno di betulla ed una mistura di alcol, trementina ed altri ingredienti. I Gerli costruirono l'aerostato in soli ventiquattro giorni. Al posto della galleria circolare per i passeggeri che caratterizzava i modelli realizzati in Francia, l'aerostato dei Gerli presentava una navicella sormontata dal bruciatore: una soluzione simile a quella delle moderne mongolfiere.
Il 25 febbraio 1784, dopo un paio di tentativi, non riusciti, il marchese insieme a Carlo e Agostino Gerli (Giuseppe restò a terra) si staccarono da terra dai giardini della villa Andreani di Moncucco (Brugherio), rimanendo in aria per circa 25 minuti ed atterrando senza danni. Il pallone pesava circa una tonnellata a cui vanno sommati il peso dei tre occupanti e quello del combustibile per un totale al decollo di circa 1300 kg.
Così Pietro Verri descrisse la storica impresa:
"Silenzio e timore occupavano l'immensa folla che dai palchi, dalle logge, dal giardino, dai campi, era spettatrice attonita di quell'impresa nuova per loro e nuova a tutti i passati secoli. La macchina intanto sale e l'animoso cavaliere comanda di tagliare le funi e, col suono di una tromba, da l'avviso della sua partenza per le regioni dell'aria. Spettacolo più grande non erasi presentato a nessuno degli innumerevoli spettatori. Mirare l'ampia mole, pari a vasto palazzo e più capace assai di grandissimo nostro teatro, galleggiare senza ondeggiamenti, era portento da scuotere qualunque cuore."
Belle anche le parole di Agostino Gerli uno dei protagonisti di quel primo volo:
"Il piacere grande che da noi si provava nell'osservare la sottoposta terra, l'impressione che in noi faceva il dominare da quell'altezza uno sterminato continente, il vedere tanti oggetti presentarci un aspetto insolito, ne rese estatici e rapiti. Nessuno potrà mai, per parole, descrivere la delizia di un aereo viaggio. L'entusiasmo era tale che si continuava ad alimentare il fuoco, fino a rimanere senza combustibile. [...] Non può esere stata se non estrema la contentezza. Vedemmo col fatto smentite le dicerie, gli schiamazzi di coloro che dicevano il nostro un sogno, una temerarietà".
Qualcuno compose anche un poemetto che cominciava così:
"Canto I'Insubre Eroe, che primo spinse
per l'Italico ciel volante antenna.
E tal die' prova di valor, che vinse
i generosi Volator di Senna…"
In seguito Andreani compì alcune altre ascensioni. Per quella del 13 marzo l'aerostato fu modificato e reso di forma più ovoidale. Con Paolo Andreani salirono a bordo Giuseppe Rossi e Gaetano Barzago, due giovani operai che avevano partecipato alla costruzione del pallone e della piattaforma di decollo. In questa occasione la mongolfiera salì fino a 1537 metri di quota e volò per circa mezz'ora atterrando a 8 km dal punto di decollo.
Dopo queste prime ascensioni, per motivi ignoti Andreani abbandonò per sempre l'aerostatica e si dedicò a viaggi di studio e di scoperta. Fu il secondo italiano a compiere viaggi di studio nei neonati Stati Uniti di cui sono rimasti alcuni diari con note di costume, scientifiche, sociali e politiche. Dal 1789 al 1793, realizzò una lunga spedizione sulle orme dei mercanti di pelli compiendo una serie di scoperte geografiche e descrivendo le abitudini di numerosi popoli nativi. In cinque mesi percorse 5000 chilometri quasi interamente a bordo di piroghe. In seguito tornò in America visitando New Orleans, Cuba, le Antille, i Caraibi e ancora gli Stati Uniti.
Pieno di debiti e in precarie condizioni di salute (sopravvisse al vaiolo, ma sofferse di gotta e artrite), assistette alla parabola di Napoleone sul trono del Regno d'Italia, prima di morire in esilio, ormai infermo nel 1823.
La villa Andreani, il cui palazzo ed il giardino erano tra i monumenti architettonici più singolari della Lombardia, esiste ancora a Brugherio e appare identica a quella rappresentata nelle stampe dell'epoca.
Per saperne di più segnaliamo il libro: Paolo Andreani. Aeronauta, esploratore, scienziato nella Milano dei Lumi (1763 - 1823) di Giuseppe Dicorato, Edizioni Ares
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